Il curatore editoriale è una figura centrale del mondo dell’editoria. Un ruolo analogo esiste anche nelle redazioni giornalistiche.

In editoria

Nel settore librario, la figura del curatore è distinta quella del “direttore editoriale”. Il curatore opera in due diverse direzioni, a seconda dell’importanza del suo ruolo nell’azienda in cui lavora.

  1. Esistono i “cacciatori di autori” o talent scout che non solo leggono manoscritti e ne sollecitano la pubblicazione con l’editore, ma cercano nuovi autori da lanciare sul mercato, partendo da qualunque luogo di espressione scritta.
  2. Oltre ai cercatori di talento, in generale il compito del curatore è anzitutto mantenere i rapporti con l’autore per conto della casa editrice, assicurandosi che il materiale ricevuto sia conforme alle aspettative dell’editore, verificare e correggere i testi (non in termini di refusi, poiché questo compito spetta al correttore di bozze) ed evidenziare carenze o aggiustamenti, che saranno richiesti all’autore affinché il libro assuma la forma finale per la pubblicazione, nel rispetto degli standard contenutistici e formali stabiliti per la collana nella quale la pubblicazione sarà inserita.

Il revisore del testo

La figura del curatore editoriale si distingue anche da un’altra figura professionale all’interno del mondo editoriale, il revisore, il cui lavoro consiste nel migliorare – a livello strutturale (trama, costruzione dei personaggi, dialoghi, ecc.) – il testo presentato dallo scrittore. Il revisore ha quindi il compito di aiutare lo scrittore a rendere il suo manoscritto coerente, ben costruito; questo lavoro si definisce “normazione editoriale”.

In una redazione giornalistica

Chi svolge questa funzione è il capo redattore, che riceve gli articoli dei corrispondenti e degli inviati e decide la loro collocazione in pagina, secondo la qualità del pezzo e in conformità con la linea sociale e politica stabilita dall’editore.

Nei grandi giornali esiste un capo redattore per ogni settore particolare, ad esempio la cultura o l’economia (esistono anche redazioni distaccate per le edizioni locali). Nei piccoli giornali la figura del capo redattore è fusa con quella del direttore. Nell’Ottocento sono esistiti giornali senza una redazione, e quindi senza un gerente responsabile. In questi casi si usava il termine “compilatore” per indicare la figura che realizzava materialmente il giornale.

In una redazione editoriale

Il suo lavoro riguarda la realizzazione della parte testuale del progetto editoriale occupandosi in particolare di:

  • Revisione del testo
  • Lettura redazionale
  • Struttura delle parti
  • Compilazione di indici e titoli
  • Verifica della correzione delle bozze e della collazione
  • Confronto con il testo corretto dall’autore
  • Controllo finale della copia cianografica prima della stampa

Il lavoro dei curatori è coordinato dal direttore editoriale, che supervisiona le fasi di lavoro relative alla parte testuale (redazione, correzione delle bozze e verifica della qualità). Quest’ultimo viene in genere affiancato da un direttore artistico, che supervisiona la parte visiva del processo di produzione, complementare a quella testuale.

I quattro principi del curatore editoriale

Nella sua quotidianità per il curatore sono fondamentali, nell’approccio al testo, alcune regole gergalmente definite delle 4 C, in similitudine con quella delle 5 W giornalistica. Coerenza, chiarezza, chiusura, correttezza.

Coerenza

La coerenza in relazione al contenitore (libro, pagina web, fascicolabile, guidistica etc) in cui è inserito si esprime con un linguaggio appropriato rispetto al pubblico a cui si rivolge lo scritto.

Chiarezza

La chiarezza riguarda l’esposizione che deve essere quanto più semplice e comprensibile possibile; il testo deve presentare un incipit che introduca la tesi, uno svolgimento e una sintesi che faccia tornare il lettore all’incipit e lo giustifichi.

Chiusura

La chiusura è che siano presenti titolo, occhiello, sommario, testatine, titoletti e formattazione adeguata a seconda dell’opera. Vista la sparizione, per motivi economici, dalle case editrici dei “draghi”, i leggendari e coltissimi correttori di bozze (in alcuni casi precursori della figura dello stesso curatore) è sempre il curatore a farsi carico dei refusi, quindi la correttezza è quella ortografica, grammaticale e sintattica.
Il curatore sigla le “NdR”, cioè le “Note di Redazione”. Alcune agenzie esterne svolgono servizi di revisione per case editrici attraverso professionisti indipendenti o associati.

Correttezza

Il rapporto fra curatore e autore è naturalmente dialettico, o in parole più semplici, conflittuale. Spetta al curatore infatti l’ingrato compito di insistere con l’autore perché apporti le modifiche che ritiene necessarie. Nella realtà italiana la figura dell’editor è meno invadente rispetto al mondo anglosassone, ma in tutte le case editrici italiane di una certa importanza il curatore interviene sulla stesura originale, specie se l’autore è alle prime armi, fino, in alcuni casi, a trasformarla in qualcosa di molto diverso. L’autore quindi, deve venire a patti con il curatore editoriale, che può bloccare la pubblicazione dell’opera presso l’editore.

Questo confronto fra autore e curatore non è finalizzato all’omologazione dell’opera o a una patologica volontà di dominio da parte della casa editrice, ma serve ad aiutare l’autore a dare il meglio di sé, offrendo spunti perché il libro giunga al lettore quanto più completo, autorevole e piacevole possibile.

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